Confronto degli infortuni nella corsa con e senza scarpe
La corsa senza scarpe (barefoot running, BF) è diventata popolare soprattutto dopo la recente pubblicazione del libro Born to Run di Christopher McDougall. Alcuni esperti sostengono che il BF potrebbe ridurre l’incidenza degli infortuni per il minor impatto e per il rinforzo dei muscoli intrinseci del piede (Sistema “core” del piede). Altri esperti sostengono invece che il BF potrebbe aumentare l’incidenza degli infortuni per la mancanza di un supporto tipico delle moderne scarpe da corsa. Ciò nonostante, l’incidenza degli infortuni nella corsa con le scarpe moderne è del 79%. L’eziologia di questi infortuni è sicuramente multifattoriale, ma le moderne scarpe da corsa hanno modificato completamente l’appoggio e, di conseguenza, potrebbero avere un ruolo importante. Il BR è caratterizzato, nella maggior parte dei casi, da un appoggio iniziale di avampiede, mentre la corsa con le scarpe con le scarpe da un appoggio iniziale di tallone nell’89% dei casi. Il BR è inoltre caratterizzato da una lunghezza del passo più corta che potrebbe ridurre il carico a livello di ginocchio e anca e da un aumento della stimolazione sensoriale dai meccanocettori plantari. Il BR non è comunque privo di rischi, poiché l’appoggio di avampiede aumenta lo stresso a livello del gastrocnemio e dell’arco plantare.
L’obiettivo di questo studio prospettico (Altman AR, Davis IS. Prospective comparison of running injuries between shod and barefoot runners. Br J Sports Med. 2015 Jun 30) è stato confrontare gli infortuni tra il BR e la corsa con le scarpe.
Sono stati inclusi nello studio 96 runner abituali (più di 10 miglia per settimana) per gruppo, con un’età compresa tra i 18 e i 50 anni. Per essere inseriti nel gruppo BR, i runner dovevano correre almeno il 50% del chilometraggio totale BF e il restante con scarpe minimaliste.
Gli infortuni muscoloscheletrici sono stati inferiori del 30% nei runner barefoot rispetto ai runner con le scarpe, anche se il chilometraggio totale del gruppo BR è stato inferiore. Questa differenza non è presente se è considerato il volume della corsa. E’ possibile che il BR limiti il chilometraggio per la tolleranza della superficie plantare. Gli infortuni più frequenti sono stati al piede, senza differenze significative tra i due gruppi. Gli infortuni alle anche, ginocchia e caviglie sono stati inferiori nei runner barefoot. Il BR ha provocato un numero maggiore di abrasioni nella superficie plantare del piede. L’utilizzo di scarpe minimaliste, anche se rimuovono input sensoriali importanti, proteggono il piede da questi infortuni senza modificare in modo importante le variabili biomeccaniche del BR. La fascite plantare è stata più frequente nel gruppo dei runner con le scarpe probabilmente perchè il BR determina un rinforzo dei muscoli intrinseci del piede, muscoli che hanno un ruolo fondamentale nel controllo eccentrico dell’arco longitudinale. Il dolore femororotuleo e la sindrome della bandelletta iliotibiale sono stati più frequenti nel gruppo di runner con le scarpe. Il BR, con una lunghezza del passo inferiore, determina un’adduzione minore di anca e questo meccanismo potrebbe spiegare la riduzione del dolore al ginocchio. Gli infortuni al ginocchio sono il disturbo più frequente nei runner e il BR, o la corsa con le scarpe minimaliste, potrebbe avere un importante effetto preventivo. Il gruppo BR ha riportato un numero maggiore di infortuni al gastrocnemio/soleo, al tendine di Achille e al tibiale posteriore, probabilmente a causa del patter di appoggio più anteriore. Questo appoggio necessita di un lavoro eccentrico di queste strutture.
Tratto dall’articolo di Samuele Passigli in FisioBrain
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